venerdì 2 settembre 2011

Che classe!

 
Premetto che ho frequentato il politecnico di Milano, un'università in cui studenti e professori si presentano a lezione vestiti nel modo più disparato e nessuno ti considera meno seriamente perchè hai le scarpe da ginnastica o la felpa a rovescio. Anzi, probabilmente potresti andare in pigiama che tanto nella maggior parte dei dipartimenti nessuno lo noterebbe. Una volta un professore ha fatto lezione in canottiera intima. Giuro.
E quando sono stata a fare la tesi negli Stati Uniti il grande capo veniva alle riunioni in maglietta hawaiana, bermuda e infradito.

Va beh, sto divagando.
Il punto è che mi è servito un anno di rimproveri materni ("Non puoi andare in ufficio così! Devi essere più professionale! E mettiti i tacchi, ogni tanto..") per rassegnarmi al fatto che, in alcuni contesti, se devo farmi prendere sul serio mi tocca essere vestita in modo formale. Francamente lo trovo ridicolo, ma tant'è... non le ho fatte io le regole...

Evidentemente il mio capo ha la mia stessa idiosincrasia per queste cose, visto che in ufficio viene in jeans strappati e T-shirt. Siccome però anche lui deve avere avuto una mamma che gli ricordava la cravatta, se deve andare dai clienti si mette i pantaloni scuri e la camicia. E per dare un'ultimo tocco, sfodera la sua adorata cintura. Che è bianca, con disegnato un filo per stendere e appesi al filo tanti piccoli calzini, camicine, mutandine, pantaloncini...

Praticamente è come andare ad una festa con abito lungo e pantofole pelose.
 

2 commenti:

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